1000 Miglia, il vertice ora è tutto bresciano

Il presidente Aldo Bonomi

L’Automobil Club di Brescia guidato da Piergiorgio Vittorini ieri ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione della 1000 Miglia srl, la società controllata che da quasi quattro anni gestisce il marchio Mille Miglia e pertanto anche la gara stessa.

All’interno del nuovo cda ci sono Aldo Bonomi e Franco Gussalli Beretta, a conferma di una linea di continuità rispetto al recente passato in cui ricoprivano la carica di presidente e vicepresidente. Accanto a loro lavorerà Alberto Piantoni, in ragione delle sue documentate esperienze gestionali: clarense di nascita, nel suo recente passato spiccano i mandati da amministratore delegato di Richard Ginori e di Bialetti.

Quarta nomina per Simona Pezzolo De Rossi, in ragione delle sue professionalità nelle funzioni di controllo di gestione in realtà societarie: dovrebbe essere lei ad aver la delega per il controllo delle procedure interne. Quinto componente del cda è il bresciano, come del resto tutti gli altri membri, Vittorio Pedrali, indicato per le sue professionalità nell’ambito dell’organizzazione di eventi essendo stato direttore artistico di diversi teatri. A lui dovrebbe toccare la gestione dei rapporti istituzionali.

LA NOMINA del nuovo cda di fatto rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al recente passato: in primis per la totale brescianità dei suoi componenti, e in secondo luogo perché con questa nomina si chiude l’esperienza a Brescia dell’amministratore delegato Andrea Dalledonne, al timone della società per anni e all’epoca fortemente voluto dal commissario Matteo Piantedosi: il professionista bolognese ha guidato la società ottenendo tre bilanci lusinghieri (l’ultimo bilancio dovrebbe chiudere con un utile netto societario superiore ai 2,7 milioni di euro). Oltre a Dalledonne non farà più parte del team di 1000 Miglia srl anche il comasco Emilio Bordoli.

Nel corso dell’assemlea di ieri sono anche state assegnate le prime cariche: il presidente di 1000 Miglia srl sarà Aldo Bonomi mentre Franco Beretta sarà il vice: pochi giorni dopo l’apertura delle iscrizioni per 1000 Miglia srl si tratta di una svolta importante in vista della prossima edizione che porterà i partecipanti a rivivere a 90 anni dalla prima edizione le gesta della corsa più bella del mondo.

Redazione Bresciaoggi, Daniele Bonetti

RUDOLF CARACCIOLA, IL PIÙ GRANDE PILOTA D’ANTEGUERRA

rudolf-caracciola_horizontal_lancio_sezione_grande_doppioTre campionati europei, una Mille Miglia e tante altre vittorie con Mercedes e Alfa Romeo

Rudolf Caracciola, il più grande pilota d’anteguerra

LE CORSE IN AUTO PRIMA DELLA F1: I MIGLIORI CINQUE PILOTI

Rudolf Caracciola è stato uno dei più grandi – se non addirittura il più grande – piloti d’anteguerra. È stato l’unico driver a vincere più di una volta (3) il campionato europeo d’automobilismo ed è stato il primo non italiano a conquistare la Mille Miglia. Scopriamo insieme la storia di questo mito del motorsport.

RUDOLF CARACCIOLA: LA STORIA

Rudolf Caracciola – tedesco con lontane origini napoletane – nasce il 30 gennaio 1901 a Remagen (Germania). Appassionato di auto, entra nel mondo del lavoro all’inizio degli anni ’20 come apprendista presso la Fafnir, Casa automobilistica di Aquisgrana scomparsa nel 1926.

Il debutto nel motorsport
Rudolf debutta nel mondo delle corse nel 1922 con un quarto posto di classe all’AVUS e con una vittoria sul circuito Opelbahn di Rüsselsheim ma è costretto a lasciare Aquisgrana e a trasferirsi a Dresda per lavorare come concessionario Fafnir dopo aver colpito con un pugno un ufficiale delle forze d’occupazione belghe.

Le prime vittorie
Nel 1923 Rudolf Caracciola inizia a lavorare come venditore per la Daimler, nel 1924 incontra Charlotte (la donna che diventerà sua moglie) e fino al 1925 continua a portare a casa numerosi successi in corse minori al volante di auto Mercedes.

Il mago della pioggia
La svolta nella carriera di pilota di Caracciola arriva nel 1926 con la conquista della prima edizione del GP di Germania sul circuito dell’AVUS. Riceve il soprannome di “mago della pioggia” per le sue doti di guida sul bagnato e con i soldi ricevuti per la vittoria apre una concessionaria della Casa della Stella a Berlino e si sposa con Charlotte.

Il primo trionfo a livello internazionale di Rudolf Caracciola risale al 19 giugno 1927 con il successo all’Eifelrennen sul circuito del Nürburgring. L’anno seguente, sulla stessa pista, vince il GP di Germania insieme al connazionale Christian Werner.

Le corse in salita e non solo
Nel 1930 Caracciola si ritrova costretto a chiudere la propria concessionaria Mercedes di Berlino per ragioni economiche ma si riscatta nelle gare conquistando il GP d’Irlanda e il primo campionato europeo della montagna di sempre (nella categoria sportive).

L’anno seguente – pur senza il supporto ufficiale della Casa della Stella (ritiratasi dal motorsport ma non completamente) – Rudolf Caracciola porta a casa il secondo titolo continentale della montagna e tre successi importanti in meno di due mesi (Eifelrennen, GP di Germania e AVUS). Il trionfo più rilevante arriva però alla Mille Miglia: con una SSK diventa il primo pilota straniero a conquistare la prestigiosa Brescia-Roma-Brescia.
La parentesi Alfa Romeo
In seguito al ritiro definitivo dal motorsport della Mercedes Rudolf trova un sedile all’Alfa Romeo: un anno che lo vede fischiato dagli italiani in quanto tedesco e deriso dai suoi connazionali per il fatto di guidare una vettura non teutonica. Con il Biscione si aggiudica il campionato europeo della montagna nella categoria auto da corsa, vince la sua prima gara valida per il campionato europeo di automobilismo (il GP di Germania al Nürburgring) e sale sul gradino più alto del podio all’Eifelrennen, a Lviv e a Monza.

Il primo incidente
Nel 1933 Rudolf Caracciola si ritrova senza un contratto in seguito all’abbandono delle corse da parte dell’Alfa Romeo. Insieme all’amico e collega monegasco Louis Chiron fonda una scuderia per correre con le vetture del Biscione ma durante le prove del GP di Monaco è vittima di un pauroso incidente. Nel frattempo l’ascesa al potere del Partito Nazista porta ad un ritorno nel motorsport delle due principali Case tedesche: Mercedes e Auto Union.

La tragedia e il ritorno
Rudolf nel 1934 è ancora convalescente e a febbraio perde la moglie Charlotte, scomparsa per un attacco cardiaco mentre stava sciando. Inizialmente intenzionato a ritirarsi dalla vita pubblica, torna nel mondo delle corse dopo essere stato convinto dall’amico Chiron.

Il Rudolf Caracciola che torna in Mercedes è un pilota veloce ma menomato. La sua gara migliore della stagione è in Italia: cede l’auto a Luigi Fagioli per un dolore alla gamba (più corta di 5 cm rispetto all’altra) mentre si trova in seconda posizione e il nostro connazionale riesce a tagliare il traguardo davanti a tutti.

I titoli europei
Caracciola diventa per la prima volta campione europeo di automobilismo nel 1935 grazie alle tre vittorie (Belgio, Svizzera e Spagna) sulle cinque in calendario. Nello stesso anno arrivano anche altri successi minori (Tripoli, Eifelrennen e Francia).

Nel 1936 la Mercedes – con cui Rudolf Caracciola riesce a trionfare a Monaco sotto la pioggia e a Tunisi – è talmente inferiore alle Auto Union che la Casa della Stella ritira il team a metà stagione per concentrarsi sul 1937.

Il 1937 è un anno importante per Rudolf: si sposa per la seconda volta (con Alice Hoffman-Trobeck) e porta a casa il secondo titolo continentale trionfando in Germania, in Svizzera e in Italia (tra le gare minori segnaliamo il Masaryk GP in Cecoslovacchia) con la possente Mercedes W125, dotata di un mostruoso motore 5.6 a otto cilindri sovralimentato da 650 CV.

Gli ultimi successi
Rudolf Caracciola diventa campione europeo per la terza e ultima volta in carriera nel 1938 grazie al successo nel GP di Svizzera (sotto la pioggia) e ad altri tre podi. Da non sottovalutare, inoltre, il gradino più alto del podio conquistato alla Coppa Acerbo a Pescara. L’ultimo trionfo importante risale invece al 1939 in un GP di Germania bagnato.

La Seconda Guerra Mondiale
La Seconda Guerra Mondiale cancella le competizioni automobilistiche in Europa a causa della carenza di benzina. Rudolf si stabilisce nella sua casa di Lugano insieme ad Alice e trascorre la maggior parte del conflitto a cercare di entrare in possesso – per salvarle – delle due Mercedes W165 usate nel GP di Tripoli del 1939. Le vetture arrivano nel Paese elvetico nel 1945 ma vengono confiscate dal governo svizzero in quanto proprietà tedesche.

Dopo la guerra
Nel 1946 Rudolf Caracciola viene inviato a partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis ma durante una sessione di test è vittima di un incidente e resta in coma per qualche giorno.

Bisogna aspettare il 1952 per vederlo tornare a correre chiamato dalla Mercedes per disputare alcune gare al volante di vetture sport. In Svizzera, però, è vittima di un altro tremendo incidente con la 300 SL nel quale rimedia la frattura della gamba destra.

Gli ultimi anni
Dopo aver lasciato definitivamente il mondo delle corse Rudolf Caracciola inizia a lavorare per la Mercedes come venditore per le truppe NATO presenti in Europa. Scompare a Kassel (Germania) il 28 settembre 1959 dopo una malattia al fegato.

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