A.C.

La AC nasce dall’incontro fra un tecnico automobilistico ed un commerciante di carni che nel 1903 presentarono un mezzo a tre ruote, l’Auto Carrier prodotto l’anno seguente dalla società Autocar & Accessories Ltd. Seguirono un autoveicolo, sempre a tre ruote. Nel 1907 l’azienda cambiò nome in Auto Carriers Ltd ed iniziò la progettazione di autovetture a quattro ruote. La produzione iniziò dopo la prima guerra mondiale e nel circuito di Brooklands le vetture ottennero numerosi record di velocità terrestre di categoria.

Nel 1922 l’azienda passò nelle mani del pilota australiano Selwyn Francis Edge che la rinominò in AC Cars Ltd. che iniziò ad utilizzare il 6 cilindri in linea progettato da John Weller denominato per la sua costruzione leggera light six.

Nel frattempo le vicissitudini aziendali non erano ancora terminate e si assistette alla ridenominazione in AC (Acedes) Ltd nel 1927 e ad una interruzione della produzione con volontaria liquidazione dell’azienda, avvenuta in concomitanza della grande depressione del 1929.

L’attività venne ripresa, a livello artigianale, negli anni successivi e dopo l’interruzione dell’attività dovuta alla seconda guerra mondiale, la produzione civile riprende con la novità dell’utilizzo sui modelli, oltre che del classico motore due litri, anche di propulsori di fabbricazione Bristol ed a seguire Ford.

I modelli principali costruiti sono la AC Aceca (versione berlinetta) e la AC Ace (versione roadster) che sono state utilizzate in varie competizioni negli anni sessanta, con buoni risultati

Ace

La vettura sportiva Ace del 1953 nasce da un progetto di Giovanni Tojeiro con un telaio leggero, di legno di frassino e tubi di acciaio, con carrozzeria a due posti aperti in alluminio, sospensioni indipendenti a balestra trasversale. Il motore era il sei cilindri in linea light six da 100 CV (75 kW) da due litri a camme in testa. Non era certo un motore sportivo, tuttavia, con l’utilizzo del Bristol le prestazioni subirono un notevole incremento. Questa barchetta è stata la base per la fortunata AC Cobra di Carroll Shelby che la equipaggiò inizialmente con il 2.6 L di Ken Rudd di origine Ford da 170 CV (127 kW) che gli permise di raggiungere una velocità massima di 130 mph (209 km/h) e 0-60 mph (0-100 km/h) in 8,1 secondi.

Mille Miglia del 1956:

n° 234 Ferrari – Dari, AC Ace, categoria Gruppo speciale vetture sport aperte con limite di prezzo, cilindrata 2000 cc, non arrivata causa incidente.

n° 238 Jean Caracciolo, AC Ace, categoria Gruppo speciale vetture sport aperte con limite di prezzo, cilindrata 2000 cc, non ha finito la corsa.

n° 239 Hermano da Silva Ramos, AC Ace, categoria Gruppo speciale vetture sport aperte con limite di prezzo, cilindrata 2000 cc, non ha finito la corsa.

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Aceca

La Aceca è una coupé chiusa dalla società britannica AC Cars, prodotta dal 1954 fino al 1963 con motore 6 cilindri in linea da 125 CV (93 kW) “D-Type” 2.0 L, oppure con un meno potente “B-Type” da 105 CV (78 kW), unità provenienti da Bristol Cars.

Basato su un disegno BMW, con blocco in ghisa e testata in alluminio, ha un singolo albero a camme con aste verticali tre carburatori rovesciati Solex in linea, imbullonati direttamente alla fusione della testa del cilindro con piccole piastre di adattamento

Era nata sulla base della due posti aperta AC Ace, costruita a mano secondo la tradizione britannica, con legno di frassino e tubi di acciaio, con carrozzeria in alluminio. La caratteristica peculiare è stata il portellone nella parte posteriore, rendendo l’Aceca la seconda macchina, dopo l’Aston Martin DB2 / 4 del 1953, ad avere tale elemento.

Le ruote a raggi da 16” e la distribuzione del peso vicino al 50/50, le sospensioni indipendenti nella parte anteriore e posteriore con balestre trasversali, consentivano una maneggevolezza eccezionale.

Mille Miglia del 1957:

n° 306 Tom Clarke, AC Aceca Bristol, categoria Gran Turismo, cilindrata 2000 cc, 6º posto di classe ed il 147º assoluto.

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