Alfa Romeo 1 parte

Anche per l’Alfa Romeo faremo un breve cenno storico, fino alla fine degli anni 50, vista l’importanza del marchio e quanto ha contribuito a rendere mitica la 1000 Miglia.

In principio la Società Italiana Automobili Darracq produceva a Napoli, nel 1906, autovetture su licenza della casa francese. Alla fine dello stesso anno la produzione venne trasferita a Milano in un nuovo stabilimento in zona Portello, ma le vendite non supportavano i costi e la società venne messa in liquidazione. Nasce il 24 giugno 1910, per volere di alcuni imprenditori lombardi, l’ALFA (acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) e nello stesso anno venne presentato il primo modello, l’ALFA 24 HP, progettata da Giuseppe Merosi, e fu subito un successo.

Lo scoppio della prima guerra mondiale pose la casa automobilistica in crisi per mancanza di fondi per convertirsi alla produzione bellica. I soci decisero di vendere l’azienda alla Banca Italiana di Sconto che individuò l’ingegnere Nicola Romeo come acquirente e direttore dello stabilimento nell’agosto del 1915.

In soli due anni riuscì a rilevare il totale controllo della società convertendola alla produzione di munizioni, motori aeronautici ed attrezzature da miniera, interrompendo la produzione automobilistica.

Con la fine della guerra la società riprese a produrre autovetture ed il 3 febbraio 1918 il nome cambiò in Alfa Romeo ed il primo modello prodotto con la nuova denominazione fu la Alfa Romeo 20-30 HP del 1920.

Purtroppo, la mancanza di una vera rete commerciale, ed una pessima organizzazione societaria, portarono una grossa crisi finanziaria aggravata anche dal fallimento nel 1921 della Banca Italiana di Sconto, che venne rilevata di fatto dalla Banca d’Italia. Nel 1925 la banca estromise Romeo ed anche se il marchio aveva riacquistato un po’ di appeal, grazie alle vittorie nelle competizioni con la Alfa Romeo P2 nel primo campionato del mondo automobilistico, progettata dal nuovo direttore tecnico Vittorio Jano che contribuì in modo sostanziale al rilancio tecnologico ed alla fama internazionale del marchio, la situazione finanziaria non migliorò, anzi si prospettava la definitiva chiusura. Fu Benito Mussolini ad evitare la chiusura, convinto che l’Alfa Romeo con le vittorie nelle competizioni desse prestigio all’Italia. Nonostante i successi sportivi le casse della società non migliorarono e la crisi del 1929 non aiutò. Nel 1933 Benito Mussolini, tramite l’IRI, decise di rilevare le quote dalle banche ed affidò ad Ugo Gobbato la riorganizzazione dell’azienda.

Il lavoro in sinergia fra Gobbato ed Jano salvò di fatto l’azienda, che nel frattempo aveva prodotto auto eleganti e prestazionali come la 6C 1500, la 8C 2300 e la 8C 2900, che la resero famosa in tutto il mondo; celebre resta la frase, reale o presunta, di Henry Ford, che dichiarò di togliersi il cappello ogni volta che vedeva passare un’Alfa Romeo.

Sempre nel 1933 Ugo Gobbato decise di ritirare la Squadra Corse Alfa Romeo dalle competizioni, cedendo le attività ad Enzo Ferrari, ma questa è un’altra storia…

L’avvicinamento della seconda guerra mondiale diversifica la produzione con l’aggiunta dell’assemblaggio dei motori aeronautici e di autocarri che generarono l’80% del fatturato della casa. La guerra con i suoi devastanti bombardamenti portò alla chiusura nel 1943 dello stabilimento di Pomigliano d’Arco e nel 1944 del Portello.

Nel 1945 l’Alfa Romeo ritornò a produrre autovetture quali la 6C 2500 ed il cambio di direzione tecnica nel 1946 con Orazio Satta Puliga e con Giuseppe Luraghi, presidente di Finmeccanica, trasformarono l’azienda in una casa automobilistica produttrice di autovetture di grande serie.

La Alfa Romeo 1900 del 1950 fu l’emblema del nuovo corso grazie anche all’adozione della catena di montaggio che permise l’abbattimento dei costi di una produzione che era fino ad allora artigianale.

La produzione incrementò costantemente anche grazie alla Giulietta e passò dai 1.000 pezzi artigianali ai quasi 60.000 del 1960.

Le competizioni automobilistiche

L’Alfa Romeo debutta nelle competizioni nel 1911 con la 24 HP con poco successo alla Targa Florio. La prima vittoria arrivò nel 1913 con la 40-60 HP che trionfò alla Parma-Poggio di Berceto. Gli anni venti, grazie a piloti del calibro di Antonio Ascari, Giuseppe Campari, Enzo Ferrari ed Ugo Sivocci, videro un notevole incremento dell’attività sportiva. Il 1923 segnò la prima doppietta alla Targa Florio di Sivocci ed Ascari al volante di due RL fregiate per la prima volta dal Quadrifoglio Verde. Nel 1925, come abbiamo già detto, ci fu la vittoria del primo campionato del mondo di automobilismo con le vittorie di Antonio Ascari e Gastone Brilli-Peri a bordo delle P2 di Jano. Gli anni trenta videro la massiccia entrata in campo nei campionati sport prototipi con le P3 (conosciuta anche come Tipo B), la 6C 1750, la 8C 2300 e la 8C 2900 che le videro trionfare a tutte le edizioni della Mille Miglia dal 1928 al 1938 ad eccezione del 1931 dove a vincere fu la Mercedes-Benz. Partecipò e vinse per 4 volte consecutive dal 1931 al 1934, con la 8C 2300, alla 24 Ore di Le Mans. La casa del Biscione (il serpente visconteo che affianca la croce rossa in campo bianco, simbolo medioevale di Milano, del logo presente su tutte le autovetture) si distingue e vince nel campionato europeo con Ferdinando Minoia e Tazio Nuvolari e nel campionato europeo della montagna con Rudolf Caracciola, Carlo Felice Trossi e Mario Tadini. Dopo queste vittorie l’Alfa Romeo si ritirò momentaneamente dalle competizioni a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale.

L’inizio degli anni cinquanta fu caratterizzato dalle due vittorie al Mondiale di Formula 1 nelle stagioni 1950 e 1951 grazie a Nino Farina al volante di una 158 (soprannominata Alfetta) ed a Juan Manuel Fangio, che pilotava una 159. Dopo questi due allori l’Alfa Romeo si ritirò momentaneamente dal campionato. Questi anni videro anche l’esordio nelle competizioni rallistiche anche se indirettamente essendo le Alfa Romeo impiegate in queste gare iscritte da scuderie private. Le prime vittorie importanti furono ottenute al Tour de Corse del 1957 ed al Rally dei Mille Laghi del 1958 con due esemplari di Giulietta.

RL Super Sport

Il progetto RL prende corpo nel 1920 con l’intento di gareggiare nelle competizioni internazionali nella nuova formula tremila. Venne prodotta in serie in varie versioni la “Normale” e la “Sport”, e successivamente (nel 1925) furono introdotte la “Turismo” e la “Super Sport”. Il lancio commerciale della vettura avvenne a Milano il 13 ottobre del 1921 ed in seguito al salone dell’auto di Londra.

L’autovettura era realizzata con un telaio a longheroni traverse in acciaio e carrozzeria Torpedo di Castagna. Le sospensioni erano ad assale rigido, all’anteriore con balestre longitudinale ed ammortizzatori a frizione, ed al posteriore con doppie balestre longitudinali ed ammortizzatori a frizione.

La versione che ha partecipato alla Mille Miglia era la Super Sport con motore a 6 cilindri in linea da 2994 cc con testata e basamento in ghisa, 2 valvole per cilindro, albero a camme laterale con comando ad ingranaggi ed alimentazione con 2 carburatori, che erogava 83 CV a 3.600 giri/min. Gestito da un cambio manuale a quattro marce, con peso a vuoto di 1600 kg., raggiungeva la velocità, dichiarata, di 130 km/h; i freni erano a tamburo sulle 4 ruote.

Alla Mille Miglia partecipò nel triennio 1927-1930 con le versioni RL SS, RL SS Torpedo ed RL SS Torpedo Zagato.

Mille Miglia del 1927:

n° 49 “Frate Ignoto” / Sozzi, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, 3º posto di classe ed il 7º assoluto.

n° 74 Gutermann / Munaron, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, 4º posto di classe ed il 9º assoluto.

n° 42 Brilli Peri / Presenti, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 43 Marinoni / Ramponi, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 94 Arpinati / Bertoni, Alfa Romeo RL SS 22/90, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

Mille Miglia del 1928:

n° 81 Tarabini / Baciocchi, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, 11º posto di classe ed il 34º assoluto.

n° 65 Artelli / Richetti, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 92 Minozzi / Ascari, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

Mille Miglia del 1929:

n° 92 Artelli / Maturi, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 5.000 cc, 2º posto di classe ed il 34º assoluto.

n° 65 Artelli / Richetti, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

n° 92 Minozzi / Ascari, Alfa Romeo RL SS, categoria Sport, cilindrata inferiore a 3.000 cc, non classificati

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